Brigata Sinigaglia - Ordine del giorno straordinario n. 2


Disposizioni per la scesa in città
Questo OdG, firmato dal CP "Gianni" e dal CM "Gracco", fu emanato alla vigilia della discesa della Brigata verso Firenze (che avvenne lungo la direttrice Fonte Santa-Capannuccia-Grassina-Ponte a Ema-Porta Romana) dove la Brigata fu subito impegnata nella caccia ai cecchini fascisti appostati sui tetti dell'Oltrarno.
Dopo 10 mesi di lotta condotta dalle formazioni partigiane, espressione spontanea di tutto il popolo italiano e in particolare delle classi lavoratrici, si avvicina il momento di scendere nella città di Firenze. Nelle altre città italiane già liberate dalla tirannia nazifascista i patrioti sono stati di esempio e di guida alla popolazione tutta, impedendo qualsiasi atto di saccheggio e di violenza, controllando l'ordine pubblico, e dimostrandosi in ogni occasione gli elementi più coscienti e più maturi del Popolo Italiano.
Affinché la Brigata Sinigaglia si mostri all'altezza della fiducia che gli elementi dirigenti e la popolazione toscana le hanno più volte dimostrato, è necessario, durante l'occupazione della città, tenersi a un rigoroso controllo di sé stessi e dei compagni.
Soprattutto è indispensabile:

1. Reprimere immediatamente, ad iniziativa di ogni compagno, ogni sintomo di disgregazione dei reparti componenti la Brigata, come pure ogni tentativo di saccheggio o di violenza a cose o persone, sia ad opera dei cittadini, sia ad opera dei componenti la Brigata.
2. Consegnare al Comando di Brigata l'eventuale bottino in armi, valori, equipaggiamento sottratto al nemico.
3. Usare il massimo rispetto e la massima cordialità nei riguardi dell'intera popolazione.
4. Non assumere iniziative individuali, offendendo coloro che non hanno potuto o voluto far parte delle formazioni patriottiche. I deboli e i vili saranno giudicati a suo tempo.
5. Non accettare con troppa facilità le accuse contro i cittadini. Aver cura di chiarire ogni situazione prima di agire, accertandosi sempre della identità e del domicilio dell'accusatore.
6. Poiché sarà cura del Comando di Brigata provvedere alloggio e vitto a tutti i patrioti nella misura del possibile, evitare di chiedere viveri alla popolazione civile già provata dalle spoliazioni naziste.
7. Evitare di lasciarsi trascinare dall'entusiasmo e a bevute troppo abbondanti. Tenere presente che il vino potrebbe essere offerto anche da elementi provocatori e sabotatoci per distruggere il prestigio politico e militare dei patrioti.
8. Curare nei limiti del possibile l'aspetto personale al fine di ingraziarsi l'opinione dei cittadini che devono vedere in noi una formazione d'avanguardia.
9. Dimostrare in ogni occasione che tutti i componenti delle Brigate Patriottiche sono a disposizione della popolazione per aiutarla nelle sue più urgenti necessità.
10. Poiché la Brigata rappresenta la forza dell'ordine, ogni patriota, pure evitando di provocare incidenti, deve sentire il dovere di richiamare e allontanare tutti coloro che dimostrino incomprensione del momento.
11. Gli occhi di tutti i cittadini saranno fissi su di noi. Sta a noi mostrarci degni della gloriosa tradizione che ha reso il nome di Partigiano simbolo d'ardore combattivo e di giustizia popolare.

I Comandanti di Compagnia e i Comandanti di Distaccamento, di Squadra e di qualunque nucleo, che dovessero essere investiti di un incarico autonomo (presidio di edifici, controllo di crocevia, servizio d'ordine ecc.) saranno tenuti diretti responsabili dell'operato dei componenti il proprio reparto. Nel caso che non siano riusciti a impedire per debolezza o mancanza di serietà il verificarsi di incidenti dannosi al prestigio della formazione e all'onore della Bandiera, verranno giudicati immediatamente secondo la legge marziale.
Pertanto, in considerazione di tale loro responsabilità, i suddetti elementi, i quali ormai devono godere la fiducia dei propri uomini, avranno, per la stretta durata del servizio loro affidato, tutte le facoltà punitive fino ad oggi in vigore nelle Brigate Partigiane, compresa la pena massima, quella capitale.
Si richiede però in questo caso il consiglio e la valutazione responsabile di un elemento politico della formazione.

26 luglio 1944.